mercoledì 26 giugno 2013

Una siciliana atipica...

Sono una siciliana atipica.
L'ho sempre saputo, ma in questi giorni lo noto di più. 
Le persone che conosco da poco, con le quali non parlo molto, non credono che io sia siciliana. 
Non ho un accento troppo marcato e neanche i colori mi aiutano, non sono certo la classica donna mediterranea... Anzi. 
Ho vissuto per anni lontana da casa e ho avuto coinquilini di ogni parte d'Italia, quindi ho perso molto delle mie espressioni tipiche e del mio dialetto. 
Caratterialmente, però, non ci sono dubbi: sono sicilianissimerrima.
Schiva, silenziosa quando devo "studiare" le circostanze perché a un vero siciliano non sfugge mai niente, permalosa, con un senso del rispetto estremo verso il prossimo, generosa ed anche un po' gelosa. 
Il tipico siciliano è uno che combatte guerre ideologiche infinite per le "questioni di principio". 
Per noi, tutto è "questione di principio" sia in positivo che in negativo. 

Per le "questioni di principio" più futili, sono finiti, a volte, anche iniziati amori consolidati, amicizie, rapporti di lavoro, si sono distrutte famiglie...
Insomma non c'è arma più letale di una questione di principio. 
Stanotte, mentre non riuscivo a dormire, riflettevo sulla mia vita e a quante battaglie ho combattuto negli anni. Pensavo a quante volte, parlando con mia madre mentre le raccontavo cosa mi stava accadendo, definivo quella situazione come una "questione di principio". Troppe volte. 
E così, in una notte d'estate, che d'estate non aveva niente, ho deciso di distaccarmi dalla sicilianità.
Stanotte ho deciso che non voglio più occuparmi delle "questioni di principio", ho deciso che sono troppo per me, che io non ce la posso fare e che preferisco farmi scivolare addosso quello che mi succede senza sprecare energie, tempo, forza, attenzione e salute in cose che succedono e per le quali non mi do delle spiegazioni. 

sabato 22 giugno 2013

Il mio inconscio mi sta dicendo qualcosa...

Ho fatto due sogni.
Uno, non è oggetto di post, mi è servito solo a capire che, nonostante io- razionalmente- sia la persona meno romantica sulla faccia della terra, sotto sotto ( ma proprio tanto in fondo) un po' di dolcezza regna anche in me. La cosa non mi tange affatto, non ci sono stati gioia e gaudio nel fare questa scoperta, probabilmente, avrei preferito continuare ad ignorare questa mia parte ingenua. 

L'altro sogno, invece, è proprio il classico sogno da me che ha dato vita ad una riflessione esistenziale, anche detta: pippa mentale, non indifferente.

Vorrei essere una persona migliore, vorrei ancora credere negli altri, vorrei avere più fiducia in chi mi circonda, vorrei avere quell'ingenuità che ti permette di fidarti e affidarti, vorrei che le fregature collezionate negli anni non mi avessero resa così diffidente da non riuscire a lasciarmi andare MAI, vorrei non avere quella certezza di poter credere solo in me, vorrei non avere quella sensazione che ci sono solo io per me perché, spesso, mi chiedo cosa succederebbe se crollassi, Vorrei non dover essere sempre così forte, mettendo da parte tutte le mie debolezze e fragilità, vorrei sapere che ci sarà qualcuno a tendermi una mano quando ne avrò bisogno ma, soprattutto vorrei essere cullata dal pensiero rassicurante che, quella mano la stringerò perché sarà quell'aiuto che mi farà sentire protetta e in pace con il mondo anche quando il mio cervello sarà in guerra. 


giovedì 13 giugno 2013

Questa sono io.

Due anni fa ho aperto un blog, non per seguire la moda (come, in tanti, hanno pensato.) ma perché avevo tante cose da dire.
I pensieri mi affollavano la mente e dargli voce, per una come me, non è mai stato facile.
Le parole escono fluide, solo quando le scrivo. Io non so dire cosa sento o provo, non sempre riesco a dire quanto uno sguardo o una frase mi abbiano ferito, o al contrario, mi abbiano reso felice.
Troppo chiusa, troppo introversa, una musona, un po' orsa, sempre incazzata... Così - sin da adolescente- mi descriveva chi di me, non sapeva nulla, chi si fermava all'apparenza, chi non volevo far entrare nella mia vita e preferivo vedesse e pensasse solo questo.
È così anche adesso, certe cose non sono destinate a cambiare. Forse, certe cose, in fondo, mi stanno bene così come sono. 
Perché far entrare le persone nella mia vita, è sempre stato un affare troppo grosso, troppo complicato, laborioso, deludente troppo spesso. 
Perché quando apro il cuore, lo faccio senza riserve, SEMPRE. Con gli amici, con l'amore io non conosco limiti, non ho segreti, non ho resistenze, non ho maschere, non conosco tattiche, non mento. 
E il dolore quando qualcuno decide di andare via, non è facile da gestire. 
Io non sono brava a farlo. 
Io mi chiudo in me stessa e non dico niente, non una parole, non un gesto... In realtà, vorrei: urlare, odiare, far capire che dietro a un ostinato silenzio c'è un mondo di sensazioni, emozioni e sentimenti contrastanti e devastanti.

Sono passati due anni e sapete cosa è cambiato? Non riesco neanche più a scrivere, perchè ho sempre paura che esternando i miei pensieri sia più facile per gli altri, invadere il mio mondo e le mie certezze. Crearsi il proprio piccolo universo, non è una cosa semplice e quando pensi di esserci riuscita, ne diventi una custode gelosa...

Kiss. 
R.